Yucatan tra Maya, spiagge paradisiache e cenotes!

Partiamo subito con uno dei luoghi più famosi: la penisola dello Yucatan, situata a Sud-Est del Messico, un luogo tropicale meraviglioso visitabile in quasi tutti i periodi dell’anno. È suddiviso in tre stati: Quintana-Roo, Yucatan e Campeche. Il nostro itinerario (leggete questo articolo per i nostri itinerari consigliati) si è limitato alle prime due zone purtroppo, ma è tutto molto bello. Questa porzione di Messico è l’antica patria della civiltà Maya, di fatti è una zona ricchissima di siti archeologici conservati in buonissime condizioni. Questo stato di conservazione è dovuto al fatto che il periodo di auge della civiltà Maya è molto precedente alla colonizzazione spagnola del Messico. Alcuni degli attuali siti archeologici erano totalmente abbandonati  quando gli europei hanno invaso il paese, mentre altri erano notevolmente ridotti rispetto al periodo d’oro della civiltà Maya, ed erano abitati dai discendenti di questo popolo che non rappresentavano una minaccia per gli spagnoli. 

Detto questo passiamo alle notizie pratiche sulla penisola dello Yucatan: come muoversi, cosa vedere e dove mangiare! Leggete queso articolo per trovare consigli generici sul viaggiare in Messico.


Come muoversi

Spostarsi nello Yucatan, che tasto dolente. Intanto, come arrivare nello Yucatan: ci sono voli diretti dall’Europa sia per l’aeroporto di Cancun che per quello di Merida. Un’altra opzione è fare scalo a Città del Messico e poi prendere un volo low-cost messicano. Noi abbiamo usato questa seconda opzione e abbiamo usato la compagnia Interjet per volare all’interno del Messico: ci siamo trovati davvero bene. 

Per muoversi all’interno dello Yucatan sono molto comodi i pullman della ADO, una compagnia di autobus privati che collega molte delle città yucateche a prezzi davvero economici. Controllate sul loro sito per farvi un’idea dei prezzi e delle durate dei tragitti.  Un’altra opzione è quella di affittare una macchina: i pro sono numerosi, ma abbiamo sentito tante storie spiacevoli su come vengono ingannati e imbrogliati i turisti che guidano in Messico, che abbiamo deciso di evitare l’autonoleggio. 

Ma eccoci giunti alla parte più divertente, ovvero come muoversi per brevi tragitti, per escursioni in giornata, per tratte all’interno delle città. Il mezzo di trasporto più comune sono i collectivos, dei minivan da una decina di posti che coprono delle tratte piccine di pochi chilometri, come fossero un autobus. La differenza è che i collectivos sono delle specie di taxi collettivi, che non hanno né fermate specifiche né tariffe specifiche: funziona un po’ tutto come direbbe il buon Ferretti. Come si fa perciò a prendere questi collectivos? Fondamentalmente ci si ferma ad un angolo della strada e quando se ne avvista uno, gli si fa cenno di fermarsi e gli si chiede (rigorosamente in spagnolo) se arriva alla destinazione desiderata. Qualora la risposta sia affermativa, si salta a bordo! Il prezzo? Chissà. Sempre molto basso, per carità, ma varia a discrezione dell’autista!

Per quanto riguarda le escursioni in giornata invece, nel centro delle varie cittadine e nelle varie strutture alberghiere, ci sono sempre dei tour organizzati, dei pullman che organizzano un giro specifico tra cenotes e siti Maya, o pacchetti che permettono di affittare un autista per una giornata per un determinato itinerario. I prezzi non sono alti, e questa è la scelta più semplice per chi non ha la macchina ma desidera vedere determinati luoghi all’interno di una sola giornata. 

Escursioni in giornata

  • Chichen Itza si visita in giornata da Merida o da Valladolid.
  • I cenotes più famosi che sono tutti nella zona di Valladolid.
  • Las Coloradas, la laguna rosa situata a Nord dello Yucatan, si raggiunge sia da Cancun che da Valladolid.
  • Uxmal ed Ek Balam sono altri siti Maya che si raggiungono in giornata da Merida o da Valladolid.

Must do in Yucatan

  • Fare snorkeling sulla barriera corallina della costa Maya e soprattutto…nuotare con le tartarughe marine!
  • Visitare almeno un sito archeologico Maya.
  • Fare il bagno nei cenotes sacri e stupirsi di quanto siano profondi.
  • Mangiare una marquesita a Merida passeggiando per le vie del centro.

TULUM

Appena si arriva a Tulum ci si sente come in una cittadina degli Stati Uniti: una manciata di case a 4 km dal mare, due grosse autostrade che la tagliano da nord a sud e da est a ovest e delle gigantesche pompe di benzina. Ma dove diamine siamo finiti? E io che mi aspettavo un villaggetto tropicale! Invece no, Tulum è un piccolo agglomerato di stampo statunitense che campa di turismo perché a pochi chilometri da spiagge bianche tropicali con palme e tartarughe. 

Purtroppo negli ultimi anni questo turismo è in forte declino a causa del surriscaldamento globale: il drastico cambiamento climatico che il nostro pianeta sta vivendo ha alimentato il sargassum, un’alga che cresce a dismisura e viene trasportata a riva dalle onde. Questo ovviamente rovina tantissimo il turismo balneare, perché il cristallino mare caraibico sembra “sporco”. Controllate i movimenti del sargasso qui prima di prenotare il vostro soggiorno a Tulum, perché la possibilità di trovare un mare pieno di alghe non è nulla.

A parte questo, Tulum è un luogo che mi ha molto stupito: appena fuori dalle due autostrade si trovano delle viette rurali e caratteristiche. Mi aspettavo un luogo più turistico e sono rimasta piacevolmente sorpresa. Il lungomare è costellato di resort di lusso che hanno l’accesso diretto alla spiaggia,  ma soggiornare a Tulum è fattibile perché arrivare al punto di accesso alla playa publica non è difficile e ci vuole poco con un collectivos (se si riesce a capire dove va!) e una piccola camminata.

Assolutamente da visitare la zona archeologica di Tulum, che racchiude uno degli antichi porti Maya. La posizione di alcuni degli edifici segnalava alle barche come avvicinarsi alla costa senza scontrarsi sulla barriera corallina. Conviene visitarlo la mattina presto (apre alle 8), prima che il sole sia troppo forte, e la visita dura circa un’ora. L’ingresso costa 70 pesos (circa 3 euro!), e per una cifra del genere vale assolutamente la pena. Caratteristica di questo luogo, come tutti i siti Maya, sono le gigantesche iguane che gironzolano indisturbate tra le rovine. Una di loro stava per cadermi in testa dopo essersi arrampicata su una palma: non so come sia possibile, ma è realmente accaduto. Un misto di curiosità e impressione mi ha fatto apprezzare queste bestiole che sembrano proprio dei draghetti! 
Dalle rovine si arriva a piedi alla spiaggia, potrete sia trovare ristoro sotto le palme, sia affittare un ombrellone. Noi ci siamo sentiti ricchi e abbiamo preso un ombrellone e due lettini (anche perché le palme erano tutte occupate e la nostra carnagione bianca-morto non ci permetteva di stare tutto il giorno al sole) al modico prezzo di circa 6 euro a testa per tutta la giornata. Se poteva fa!

Playa Paraiso è il luogo più famoso, davvero un sogno! Ma l’esperienza del mio cuore che è possibile fare da queste parti (ma anche in altre spiagge come Akumal o direttamente a Isla Muheres) è la nuotata con le tartarughe marine. Avete mai visto il cartone della Pixar “Alla ricerca di Nemo”? Ecco. UGUALI! Vi lascio immaginare l’emozione infinita. Mi raccomando di non toccare le tartarughe e di rispettare il loro habitat naturale. Il prezzo di questa esperienza pazzesca è di circa 20 euro a persona, a seconda di quale pacchetto di snorkling prendete dai venditori in riva al mare. Ne vale assolutamente la pena; giubbotto salvagente, maschera e pinne sono incluse nel prezzo. Purtroppo non avevamo una go-pro per riprendere quello che abbiamo visto, ma vi lascio il link a un video youtube che riproduce fedelmente l’esperienza.

Dove mangiare: ad eccezione della colazione, che abbiamo reputato costose per lo standard locale, le cene sono state abbastanza economiche. Il primo ristorante che ci sentiamo di consigliare è El Canaston, un posto carinissimo con un chiosco all’aperto e dei tavolini colorato sotto una tettoia che fa tacos buonissimi e anche una ceviche pazzesca (e parecchio piccante!). El Asadero è invece un ristorante che fa carne e pesce alla griglia; è abbastanza turistico e infatti i prezzi sono un pizzico più alti e il menu è anche in inglese. Infine consigliamo anche Don Cafeto, una specie di trattoria messicana situata sulla via principale. Tavolini all’aperto, piatti tipici della zona e una valanga di nachos gratuiti come aperitivo.

VALLADOLID

Città coloniale nel cuore dello Yucatan, Valladolid è il perfetto punto di partenza per fare delle gite in giornata nei dintorni. È un luogo incredibile: se con Tulum ero rimasta turbata dal fatto che fosse un posto stile USA, Valladolid è il paesino messicano che ti aspetti. Casette basse dalle mura dai colori sgargianti si snodano nei vicoli attorno ad una piazzetta con una chiesa coloniale, negozietti e botteghe di artigiani, bancarelle di tortillas e tacos, venditori ambulanti che distribuiscono dolcetti piccanti. Insomma, il Messico dei film e dei cartoni animati.

Valladolid si gira in pochissimo, anche perché oltre al cenote Zaci situato a pochi passi dalla piazza centrale, non c’è moltissimo da vedere, quindi ci si può dedicare comodamente a girarne i dintorni.

Degno di menzione il convento di San Bernardino che ogni sera alle 9:30 offre un magnifico spettacolo. Una voce narrante racconta la storia di Valladolid seguendo le immagini luminose che vengono proiettate direttamente sulla struttura del convento. Avevo sottovalutato questo evento quotidiano, che invece è davvero prodotto con cura. 

Dove mangiare: consigliatissimo il ristorante Casa Conato, che di primo impatto dall’esterno sembra un negozietto, e invece una volta superata una zona in cui è venduta oggettistica, si arriva in un ristorantino con una coloratissima terrazza in cui cenare. Vicino al convento di San Bernardino si trova invece la Taberna de los Frailes, in cui abbiamo mangiato un’ottima zuppa verde a base di chaya, una pianta tipica della zona che viene utilizzata per cucinare.

CHICHEN ITZA

Il sito Maya più famoso del Messico è proprio Chichen Itza (che si pronuncia cicenitzà), anche se Uxmal  sembra migliore a detta dei messicani perché è meno turistico! Ma purtroppo noi non abbiamo avuto tempo di vederli entrambi.

È proprio a Chichen Itza che si trova la famosissima piramide Maya che tutti abbiamo visto in qualche libro nella nostra vita, El Castillo. Questo sito archeologico è molto grande e molto turistico, quindi il consiglio che si riceve è quello di programmare la visita la mattina presto, in modo da evitare le ore troppo calde. In una mattinata si visita comodamente, e il biglietto d’ingresso costa circa 480 pesos (più o meno 20 euro scarsi). Preparatevi ad essere assaliti dai venditori ambulanti che sono numerosissimi all’interno del sito: ne troverete in ogni stradina, prontissimi a vendervi le loro maschere Maya intagliate nel legno.

Come raggiungere Chichen Itza? Bene, questo è il dilemma principale. Il sito archeologico si trova a 70km da Valladolid e a 115km da Merida, quindi raggiungibile in giornata da entrambi i posti. Il modo più comune per arrivare è prenotare qualche tour o affittare tramite l’albergo in cui si alloggia un tour privato per raggiungere Chichen Itza (e magari qualche cenote) in poco tempo. I prezzi sono sempre parecchio bassi e quindi questa soluzione è tra le più comode da quel che ho scoperto. Ovviamente ci sono anche dei collectivos che coprono queste tratte, ma è davvero complicato capire da dove partono, a che ora, quanto costano e quanto tempo ci mettono, perché tutto funziona proprio come dice il Maestro

CENOTES

I cenotes sono una delle caratteristiche più incredibili dello Yucatan: delle grotte carsiche totalmente o in parte collassate in cui si sono formate delle piscine naturali di acqua dolce (più di rado salata), collegate tra di loro da tunnel sotterranei. Questa particolare formazione geologica è molto comune in questa zona di Messico, dove i cenotes sono davvero numerosissimi. Spesso l’acqua è profonda decine e decine di metri, ed originariamente venivano utilizzati dai Maya come pozzi in cui gettare le vittime dei loro sacrifici umani. Personalmente l’idea di avere sotto di me 50 metri di acqua o più, mi ha un po’ inquietata! Ma lo spettacolo naturale che regalano questi luoghi è comunque incredibile.

Solitamente si lasciano i propri averi in degli armadietti per poter godere dell’esperienza dei cenote in tutta tranquillità, ma fate molta attenzione a quello che portate con voi (o che lasciate negli armadietti) perché lasciarci cose di valore non è molto sicuro. Sono sempre disponibili dei giubbetti di salvataggio da indossare per nuotare: prendeteli senza timore se non siete degli abili nuotatori. 

Se siete amanti delle immersioni subacquee, i cenotes sono perfetti per voi! Infatti la rete di grotte sotterranee è famosa per essere uno dei luoghi preferiti dai sub. Per queste esperienze è necessario contattare guide esperte perché gli itinerari non sono affatto semplici e abbiamo letto che è capitato che delle persone si siano perse sott’acqua (con tutti i pericoli che questo comporta).

Il cenote più famoso è senza dubbio Ik Kil, che si trova non lontano da Chichen Itza. Lo spettacolo delle liane che scendono fino all’acqua verde brillante è davvero incredibile.

Altri cenotes degni di nota sono Zaci, il piccolo cenote all’interno di Valladolid, che sembrerebbe un cenote sfigatello e poco turistico, ma ha un colore verde davvero bello. Il cenote Oxman è di un blu intenso e permette di tuffarsi in acqua lanciandosi da una corda che funge da liana. Quello di Samula invece è coperto e ha un solo foro circolare sul soffitto, da cui entra un fascio di luce che illumina la piattaforma di roccia che raggiunge il centro della grotta.

L’ingresso dei vari cenotes è a pagamento, ed il prezzo oscilla sempre intorno agli 80 pesos, eccezion fatta per il cenote Zaci che invece costa solo 25 pesos. In tutti i cenotes ci sono spesso ristoranti o bar in cui è possibile mangiare o bere prima o dopo aver fatto un tuffo in acqua.

MERIDA

Ed eccoci arrivati a Merida, la città più grande della penisola yucateca, nonché capitale dello stato dello Yucatan. È una città coloniale con una piazza centrale su cui si affaccia una cattedrale. Le casette basse e colorate ci sono ancora, ma a differenza di Valladolid è tutto più grande e più caotico. Si gira comodamente in una giornata, e noi abbiamo avuto la fortuna di passeggiare e soprattutto di mangiare con un amico che è proprio originario di Merida! 

Il sabato sera le vie del centro sono chiuse alle macchine e diventa tutta una grande zona pedonale. Momento perfetto per andare a prendere un helado (che non è proprio un gelato, ma una specie di sorbetto cremosissimo) nella Dulceteria y Sorbeteria Colon, proprio nella piazza centrale.  Provate il sorbetto al mamey o alla pitaya, sono davvero buonissimi! 

Anche la marquesita è inevitabile a Merida: si tratta di una specie di crepes croccante cotta alla piastra e poi arrotolata che si può mangiare sia dolce che salata; il condimento tradizionale è il formaggio. È un tipico street food yucateco, quindi lasciatevi tentare senza timore da una delle numerose bancarelle che trovate in strada.

Per mangiare invece ci siamo sempre spinti verso la periferia (sempre grazie a questo amico messicano che ci ha portato in macchina in ristoranti più locali), eccezion fatta per un pranzo durante il quale abbiamo mangiato a Los Almendros. Questo ristorante di cucina tipica yucateca è davvero eccezionale: musica dal vivo e cibo incredibile a prezzo basso. Provate il queso relleno, non ve ne pentirete assolutamente.


Seguici, condividici e commentaci!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *